PIETRO RAY

Pietro Ray nacque a Borghetto Lodigiano il 14 novembre 1773.

Mostrò subito non comune talento musicale, tanto che venne inviato a studiare a Napoli (centro della vita musicale italiana e soprattutto della didattica, con i suoi tre Conservatori) nel Regio Conservatorio detto dei Turchini dove compì l’intero corso di studi di armonia e contrappunto sotto la guida di Nicola Sala. E qui, anche se non ci sono riscontri oggettivi, viene subito da ipotizzare qualche rapporto  col Minoja, di cui era praticamente contemporaneo (è nato una ventina d’anni dopo ), che studiò nella stessa sede e con lo stesso maestro.

A Napoli frequentò anche le lezioni del celebre Piccinni, uno dei grandi maestri dell’opera buffa napoletana, da poco rientrato da Parigi a causa della Rivoluzione, che fu per alcuni anni Prefetto degli studi di tutti e tre i conservatori; lezioni che il Piccinni teneva privatamente e gratuitamente solo per gli allievi del Conservatorio particolarmente dotati.

Scrive l’Oldrini: “Compiuti con distintissimo profitto gli studi musicali, torno il Ray nella sua Lodi, ove attese all’esercizio della professione, ed ove nel 1800 fu nominato maestro di cappella della nostra Incoronata, continuando in quell’ incarico fino a tutto il 1804″, anno in cui si trasferì a Milano. Nel 1805 scrisse un Oratorio per il giovedì santo, molto lodato, per la chiesa di S. Biagio a Monza e  nel 1807 per la Chiesa di S. Pietro martire, sempre in Monza e sempre per la sera del Giovedì Santo, un Sacro Oratorio su La penosa agonia e morte di Gesù Cristo, molto apprezzato.

L’anno successivo compose la musica di un’ azione scenica, intitolata  Alessandro in Armozia*, per festeggiare il ritorno dell’armata italiana dalla guerra germanica. Anche questo nuovo lavoro ebbe un esito felicissimo.

Nell’aprile dello stesso anno 1808  venne nominato Professore di solfeggio e di bel canto nel Regio Conservatorio di Milano, dove prestò servizio stabile per oltre 40 anni, divenendone anche vice-censore nel 1826 e Professore di composizione nel 1839. Nell’ambito dell’attività didattica Ray pubblicò nel 1848 uno Studio Teorico Pratico di  Contrappunto molto apprezzato per la chiarezza nell’esporre le regole e la pratica di armonia e contrappunto.

Nel 1811 per la nascita del Re d’Italia (figlio di Napoleone e Maria Luigia d’Austria) musicò la Cantata L’Italia esultante.

Nello stesso anno musicò un componimento drammatico, con danze, intitolato il Tempio di Imeneoeseguito nel Teatro della Real Corte di Monza alla presenza del Vicerè e della consorte.

Nel 1813, scrisse espressamente dei pezzi per la Vice Regina d’Italia, musica che piacque molto tanto che gli venne donata, come si usava allora, una preziosa tabacchiera.

Nel Dicembre del 1815 fu chiamato a Lodi a musicare una Cantata in onore delle Loro Maestà in occasione di un soggiorno in città. Del 1816  è l’azione scenica La contesada cantarsi da una società di dilettanti nel Teatro degli Accademici Filodrammatici alla presenza delle LL. MM. II. e RR. l’imperatore e re l’imperatrice e regina”(tra i cantanti compaiono i nomi di Giuditta Pasta, che stava iniziando la sua brillantissima carriera, e del marito Giuseppe Pasta, avvocato e tenore, che l’aveva sposata in quello stesso anno). Nel dicembre dello stesso anno si rappresentò a Miano al teatro Re quella che pare essere stata la sua unica prova come compositore operistico: l’opera buffa Gli spensieratiNel 1825 alla Scala fu eseguito un suo Inno commissionatogli dalla Città di Milano per l’arrivo di S. M. Francesco I d’Asburgo-Lorena, Imperatore d’Austria e della sua consorte. Altro importante riconoscimento pubblico gli venne nel 1828 quando fu chiamato dalla nobile famiglia Borromeo, che ospitava nelle proprie Isole sul lago Maggiore il Re e la Regina di Sardegna (Carlo Felice e Maria Cristina), nelle a scrivere le musiche per le feste organizzate per l’occasione. Dal 1828 al 1833 fu anche Maestro di cappella del Duomo di Monza.Tra la sua molta musica sacra  va citata anche la composizione Tre ore d’Agonia di N. S. Gesù Cristo a grande orchestra, pubblicata  nel 1856, molto apprezzata ed eseguita, ed una Messa composta per la Cattedrale di Maiorca. Ottenuta dal Conservatorio la “pensione di riposo” nel 1850, condusse una vita ritiratissima  e visse tranquillo fino alla morte nel 1857. 

 

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*Il nome Armozia riguarderebbe una località sulla costa ora iraniana di fronte all’isola ed allo stretto di Ormuz che mette in comunicazione il golfo Persico con l’Oceano Indiano: località di notevole importanza strategica e il cui nome è stato spesso alla ribalta per fatti di guerra.  Il riferimento storico riguarda il ricongiungimento della flotta del grande ammiraglio Nearco, di ritorno dall’India, con l’esercito di Alessandro Magno.