Alla voce STORIA di questo sito potete leggere una breve sunto delle vicende che hanno caratterizzato la vita ormai più che sessantennale degli Amici della musica di Lodi. Ma, prima del fatidico concerto inaugurale del 6 marzo 1954, quali erano state le fortune della musica cosiddetta classica, in particolare da camera, a Lodi?
Orbene la musica da camera, o per meglio dire le sue esecuzioni in concerto, da sempre e non solo a Lodi aveva, a esser buoni, “vivacchiato”. La cultura musicale e soprattutto i gusti del pubblico erano fortemente condizionati da due secoli di “full immersion” operistica. Scarseggiavano associazioni concertistiche e, naturalmente, esecutori e appassionati; e se nelle più importanti città italiane alcune gloriose istituzioni sorte a cavallo tra ‘800 e ‘900, si erano fatte carico di tappare in qualche modo la falla, barcamenandosi tra ricorrenti problemi economici ed un riscontro di popolarità comunque modesto, nelle città di provincia la pratica della musica da camera era lasciata ad iniziative sporadiche di pochi appassionati.
Anche nella nostra città le occasioni di ascoltare musica da camera in concerti di buon livello professionistico erano state molto rare essendo il panorama musicale lodigiano composto da numerose dignitose rappresentazioni operistiche, con contorno di concerti lirici; da molte, a tutti i livelli, proposte di operette, da quelle di buone compagnie di giro a quelle oratoriali in cui le parti femminili erano di solito sostenute da baldi giovanotti; inoltre, in assenza di riproduzione sonora, si faceva parecchia musica dal vivo in un apprezzato ed assai frequentato circolo mandolinistico, in alcune scuole, nelle chiese ed in quelle autentiche fucine musicali che erano allora le bande.
Per questa breve indagine è stato preziosissimo aiuto la cronologia degli avvenimenti musicali lodigiani a partire dal 1890 che Antonio Calvi pubblicò su “Il Cittadino” negli anni 1965 e 1966. Qui dunque abbiamo trovato (sarebbe meglio dire scovato data la loro scarsità) anche notizie riguardanti le rare esecuzioni di musica da camera, poi approfondite con la lettura dei giornali dell’epoca. Il tono delle cronache fa subito capire come si trattasse di musica quantomeno poco frequentata. Leggiamo, ad esempio, che nel febbraio del 1908 “al Salone Barbetta domenica scorsa la sezione filarmonica G. Bosco diretta dal bravo M° Nazzari, coadiuvata da giovani elementi di alto valore, ottenne un grande trionfo. Gustata come sempre la “Preghiera alla Vergine” del Fringuelli, cantata egregiamente dal sig. Cipolla, ed accompagnata dal distinto violinista Francesco Bianchi; nella “Serenata” del Silvestri, nel Quartetto di Schubert, ammirammo la perfezione dell’esecuzione dei Sigg. Casali, Danelli, Marchesi, Brambilla e Vigorelli che elettrizzarono l’uditorio con melodie di dolcezze piene di fascino”. Sorvolando sulle qualità della prosa liberty dell’anonimo estensore, non può non lasciare musicalmente perplessi il tranquillo accostamento di pagine dei sicuramente egregi signori Fringuelli e Silvestri ad un Quartetto, per quanto non meglio identificato, del grande Franz Schubert!
Per trovare un’iniziativa valida bisogna arrivare al 1909, anno in cui rileviamo la programmazione di “concerti da sala” eseguiti dal Quartetto Polo (il primo violino Enrico Polo fu ottimo esecutore e insigne didatta), dal violinista Virgilio Ranzato, primo violino dell’orchestra scaligera ma molto più noto come compositore di fortunate operette quali Il Paese dei Campanelli e Cin-Ci-Là, e dal Trio Triestino. La benemerita iniziativa è da ascriversi al M° Balladori (*) ed al Sig. Arosio i quali “…hanno aperto l’abbonamento a quattro concerti a L.10, con lo sconto di un terzo sui biglietti in più”; il prosieguo dell’articolo consente di azzardare un’ipotesi di scarsa fortuna economica per l’iniziativa: “…Quantunque un concerto di musica da sala fosse cosa nuova per Lodi, il pubblico corrispose se non materialmente, moralmente e seppe dimostrare il proprio gradimento e la piena soddisfazione applaudendo calorosamente e ripetutamente i valorosi artisti”. Non risulta in effetti che l’iniziativa abbia avuto seguito.
Dobbiamo così arrivare al giugno del 1917 per ripescare nelle cronache locali la notizia del concerto, ospitato nel vecchio Teatro Gaffurio (nell’omonima via, sull’area dell’ex Cinema Marzani), di un pianista allora di chiara fama, Attilio Brugnoli. E occorre un altro lungo salto fino al 1923 per trovare i due concerti organizzati dagli Amici dell’Arte con protagonisti il violinista Michelangelo Abbado (padre di Claudio e Marcello, nonno di Roberto) ed il Quartetto di violoncelli di Siena.
Nel frattempo però, e precisamente il 1° luglio 1916, ebbe inizio nella sede di Corso Milano 24, per iniziativa di Giovanni Spezzaferri, lodigiano ad honorem, l’attività del glorioso Istituto Musicale Gaffurio. Arrivato a Lodi per prestare il servizio militare, il maestro pugliese si fermò, com’è noto, nella nostra città dove, oltre a svolgere una fondamentale opera didattica, promosse numerose occasioni concertistiche che lo ebbero protagonista nelle vesti sia di esecutore che di compositore. Vertice dell’attività fu la “Rassegna nazionale di musica”, organizzata nella nostra città nel 1928/29, una serie di otto concerti di cui alcuni monografici e dedicati ad illustri compositori italiani contemporanei quali Franco Alfano (il 4° concerto, con esecutori, tra gli altri, lo stesso Alfano al pianoforte e Riccardo Malipiero al cello), Riccardo Zandonai (il 5°, con Remy Principe e Luigi Ferrari Trecate) e Ottorino Respighi (il 7°, con Michelangelo Abbado e Riccardo Malipiero) che il 5 aprile 1929 onorò di una visita la sede della Gaffurio.
Segue un’altra lunga pausa fino alla prima metà del 1941, in piena guerra, quando l’Opera Nazionale Dopolavoro organizza tre concerti di buon livello con il duo Selmi-Vidusso (violoncello-pianoforte), il Trio Weitzmann, il duo pianistico Bormioli-Semprini.
Dopo la guerra pare ci sia da citare solo la saltuaria attività della FUCI e del Gruppo Laureati Cattolici, per iniziativa di Bruno Guareschi, “Tantino” Ercoli ed Emilio Sacchi, tre nomi che ritroveremo tra i fondatori deli “Amici della musica”, che nel ’47 invitano a Lodi il violoncellista Attilio Ranzato ed il Trio Salentino con Lászlò Spezzaferri (figlio di Giovanni) al cello, e nel ’48, ’49 e ’51 il pianista milanese Alberto Mozzati.
Com’è facile rilevare, un’attività molto limitata e discontinua, con la validissima eccezione di Giovanni Spezzaferri e della Gaffurio, che operavano comunque in ottica e con finalità differenti.
(*) Personaggio preminente della vita musicale lodigiana di inizio Novecento, Angelo Balladori nacque a Scaldasole, in Lomellina nel 1865 e morì a Lodi nel 1919. Dal 1894 fu a Lodi, dove diresse la Scuola di Musica e la Fanfara municipale ed insegnò Canto Corale presso l’Istituto Magistrale femminile. Compositore fecondo, scrisse 12 operette, composizioni vocali sacre e profane, brani per pianoforte e per organo, opere didattiche e teoretiche nonché, interessante curiosità, il primo e forse tuttora unico metodo per suonare le campane esistente in Italia dal titolo “I Sacri Bronzi”.
P.Motta – da “50 anni di grande musica a Lodi 1954-2004”